Arte e Passione • 23 Ottobre 2025

La filantropia culturale inizia dalla conoscenza del proprio patrimonio

Emblème al ciclo di incontri “Filantropia strategica” promosso da Banca Generali Private e TARGET

Il 21 ottobre 2025, Giulia Tosetti, Founder & CEO di Emblème, è stata invitata a partecipare come relatrice al ciclo di incontri “Filantropia strategica: mecenatismo culturale dei privati e sostenibilità delle collezioni”, promosso da Banca Generali Private in collaborazione con TARGET.

L’appuntamento, dal titolo “La Filantropia all’interno del contesto internazionale”, ha visto il coinvolgimento di voci autorevoli come Ursola Rimbotti (Museum Fundraising Consultant), Alfredo Malguzzi (Partner TARGET) e Guido Guerzoni (Università Bocconi), in un confronto interdisciplinare sul ruolo attuale e futuro della filantropia nel contesto culturale italiano e internazionale. In un’epoca in cui la sostenibilità è ormai un principio guida per le aziende e le famiglie, anche la filantropia evolve: da gesto isolato a strategia consapevole, capace di generare valore condiviso, impatto misurabile e narrazioni durature. In questo contesto, Giulia Tosetti ha portato la visione di Emblème, ponendo al centro del suo intervento un punto fondamentale: la conoscenza strutturata del patrimonio come precondizione per ogni atto di mecenatismo.

Dalla conoscenza nasce la filantropia

“Non si può donare ciò che non si conosce”: un concetto tanto semplice quanto rivoluzionario nel panorama delle collezioni private italiane in cui ogni gesto filantropico solido dovrebbe nascere a monte, dal lavoro di mappatura, catalogazione e restituzione del patrimonio.

Emblème è stata costituita proprio con questa missione: trasformare la gestione delle collezioni in un processo consapevole, integrato e strategico, in cui archiviazione, digitalizzazione, valutazione e narrazione costruiscono le basi per una trasmissione efficace e un impatto collettivo. In questo senso, la filantropia non è solo un atto finale, ma un percorso costruito nel tempo, sostenuto da infrastrutture culturali capaci di rendere il gesto sicuro, tracciabile e fiscalmente corretto.

I beni senza il corretto corredo documentale sono fragili: un limite ancora attuale

L’atto filantropico non nasce nel momento in cui viene predisposto ma molto prima, quando il patrimonio viene reso leggibile, ordinato e verificabile attraverso un processo di documentazione e contestualizzazione. Molti gesti di mecenatismo filantropici rallentano, o addirittura si interrompono, non per mancanza di volontà ma di preparazione.

Non si conosce spesso esattamente cosa si possiede, in che condizioni, con quali diritti, con quale storia alle spalle.

Secondo dati del Deloitte & ArtTactic Art & Finance Report 2023, la maggior parte dei collezionisti non dispone di un inventario digitale aggiornato. Le stime di settore rivelano che circa il 40% delle opere coinvolte in processi successori subisce rallentamenti o addirittura blocchi a causa di discrepanze documentali. Emblème lavora per prevenire questi rischi, costruendo percorsi di catalogazione e restituzione narrativa che ridanno coerenza, chiarezza e valore a ogni collezione, grande o piccola che sia.

Il Caveau Digitale® Emblème: da archivio a infrastruttura strategica

Nel suo intervento, Giulia Tosetti ha contestualizzato il valore strategico del metodo e del Caveau Digitale® Emblème, la piattaforma proprietaria sviluppata per accompagnare il cliente nella gestione attiva e nella valorizzazione della propria collezione.

Il Caveau Digitale® Emblème è uno spazio strutturato, riservato e interoperabile, che permette di:

  • raccogliere dati tecnici, storici e documentali delle opere;
  • monitorare lo stato di conservazione;
  • creare report patrimoniali aggregati o per singolo bene;
  • dialogare con consulenti fiscali, assicurativi o successori in modo efficace;
  • costruire una narrazione coerente e trasformare la collezione in un vero e proprio patrimonio identitario.

È questo tipo di infrastruttura che rende la filantropia non solo possibile, ma sostenibile e misurabile nel tempo. Come ha ricordato Giulia Tosetti: “La conoscenza è la prima forma di cura. Solo ciò che è conosciuto può essere tutelato, valorizzato e trasmesso.”